Salta al contenuto principale
L’importanza del colore nel brand identity design

L’importanza del colore nel brand identity design

Il brand identity design parte anche dall'ideazione ad hoc di una color palette creata sui valori e sulla personalità dell’azienda. 


Ma qual è la storia dei colori? Proviamo a fare un veloce excursus dell’argomento, partendo da lontano e arrivando ai giorni nostri.


Per migliaia di anni l’uomo ha potuto disporre solo di tre pigmenti di origine naturale: il nero del carbone, il bianco dell’argilla o del gesso, e l’ocra rossa della terra. 


I nostri antenati utilizzavano le polveri colorate sul proprio corpo per trasmettere un proprio valore, uno status, o per realizzare pitture parietali per comunicare tra loro all’interno delle grotte in cui vivevano. 

 

Archibuzz pitture parietali

La storia dei pigmenti si sviluppa successivamente attraverso tre fasi:

 

  1. Feudalesimo medievale (1200 - 1400): in questo periodo, il giallo estratto dalla radice della curcuma, il verde derivato principalmente dall’esposizione di lastre di rame a vapori di aceto e il blu ricavato dai minerali, allargano la palette cromatica. Archibuzz Feudalesimo medievale
  2. Epoca Moderna (1450- 1550): Gutenberg, rivoluziona la stampa e il mondo della comunicazione con l’invenzione dei caratteri mobili in metallo e degli inchiostri a base oleosa, più duraturi degli inchiostri a base acquosa. Archibuzz Epoca Moderna
  3. Rivoluzione industriale (1750-1850): attraverso lo sviluppo tecnologico emergono nuove tonalità artificiali che portano all'ampliamento del campionario e del lessico legato al colore. 

Archibuzz Rivoluzione industriale

L'incontro tra comunicazione e colore avviene nell'arte del '900. In quel periodo Kandinsky scrisse “Lo Spirituale nell’Arte”, un trattato teorico sul significato  delle sue opere a partire dall'uso dei colori. 

 

“Le tonalità cromatiche, come quelle musicali, hanno

un’essenza sottile, danno emozioni più sottili,

inesprimibili a parole.”

 

Nel brand identity design il colore è strettamente collegato al messaggio che si vuole veicolare e al target di riferimento. Alcuni studi dimostrano anche che il colore può aumentare la riconoscibilità di un marchio dell’80%.

Attualmente, grazie al Pantone® Matching System e all'informatica, possiamo godere di una disponibilità di tonalità cromatiche molto più ampia rispetto a qualche secolo fa. 
Nel brand identity design il colore è strettamente collegato al messaggio che si vuole veicolare e al target di riferimento, al fine di fare leva sull’impatto emotivo e suscitare delle reazioni. 

Archibuzz brand identity design

 Alcuni esempi di brand identity design famosi

 

I colori hanno reso iconici i loghi dei grandi marchi, solo per citare alcuni casi:

  • Il celebre logo della Coca-Cola, creato nel 1886 da Frank Mason Robinson, è composto dal font Spencerian Script bianco su sfondo rosso. Il colore rimanda ad un sentimento di vitalità ed energia che rispecchia a pieno il brand e lo rende inconfondibile.
  • Oliviero Toscani nel 1989 propone per la prima volta la frase “United Colors of Benetton” che compone ancora oggi Il logo su sfondo verde realizzato da Bruno Sutter. Il brand identity design dell’azienda fa riferimento ad un’ampia gamma di colori vivaci al fine di promuovere gli aspetti positivi della diversità culturale. 
  • Nel settembre 1998 nasce la versione più nota del logo Google, realizzata da Ruth Kedar che si basa sul font Catull. I colori primari colorano le singole lettere alternandosi in modo casuale e suggeriscono il modo di pensare unico di ogni persona. 

 Alcuni studi dimostrano che il colore può aumentare la riconoscibilità di un marchio dell’80% . Di conseguenza, diventa fondamentale per chi si occupa di brand identity design, conoscere la storia delle tonalità e la loro applicazione.
Ogni marchio ha bisogno di una palette colori capace di raccontare la sua identità; possiamo aiutarti e trovare quella giusta per te.


Naomi Di Blasi 


leggi l’articolo completo